Phnom Penh

Il nome Phnom Penh significa letteralmente “collina di Penh”. La leggenda vuole infatti che un’anziana donna, Penh per l’appunto, abbia trovato nei pressi del fiume quattro statue di Buddha e le abbia posizionate sulla collina vicina. L’abitato che sorse attorno a questo luogo sacro iniziò così ad essere chiamato Phnom Penh.

Inizialmente si trattava di un villaggio di poche capanne, ma quando l’antica città di Angkor si rivelò poco sicura a causa dei continui attacchi dei thai, la capitale fu spostata proprio a Phnom Penh, luogo reputato strategico per i commerci e l’amministrazione del regno. Da allora la città iniziò a crescere, anche se ben presto si trovò al centro delle mire espansionistiche di thai e vietnamiti. Nel XVIII secolo venne quasi del tutto rasa al suolo dai thai, ma l’arrivo dei francesi le diede una nuova spinta e ricrebbe con la fisionomia attuale.

La sua densità demografica crebbe a dismisura durante la guerra in Vietnam, a causa dei profughi che vi trovarono riparo, ma l’avvento dei Khmer Rossi, che uccisero parte della popolazione e obbligarono i più a trasferirsi nelle campagne segnò un nuovo punto di arresto. Solo negli anni ’90 la Phnom Penh ha iniziato a riprendersi ed ora si presenta come una splendida città dalle pagode dorate adagiata sulle sponde del Mekong, quasi a voler rivendicare il vecchio appellativo di “perla dell’Asia”.

La parte più bella della città si trova sulle rive del fiume e qui si incontrano i monumenti principali: